FERMO - LIDO, MARINA PALMENSE - Regione MARCHE Gusta il Blu - Itinerari Enogastronomici e Turistici di Qualità

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MARCHE
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FERMO - LIDO, MARINA PALMENSE

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Informazioni Turistiche
Piazza del Popolo
63090 Fermo (FM)
Italy
Tel.: +(39) 0734.217140
Fax: +(39) 0734.224170
www.fermoturismo.it
museidifermo@comune.fermo.it
Referente
Letizia CESETTI
Tel.: +(39) 0734.284411
Fax: +(39) 0734.284350
letizia.cesetti@comune.fermo.it

s.l.m. m.319.00

43° 9′ 37.51″ N

13° 43′ 5.16″ E

MUNICIPIO
Via Mazzini, 4
63090 Fermo (FM)
Italy
Tel.: +(39) 0734.2841
Fax: +(39) 0734.224170
www.comune.fermo.it
urp@comune.fermo.it
Eventi
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Mappa "Fermo - Lido, Marina Palmense"

NOTIZIE

La vocazione di Fermo, per la sua storia di città di studi e per la sua tradizione di centro di scambi culturali sull'Adriatico, è da sempre quella all'accoglienza e all'ospitalità. Gli strumenti di cui la Città dispone per continuare a rispondere a questa vocazione sono molteplici e si sono consolidati ed affinati nel tempo. In primo luogo, la cultura. Fermo, infatti, conserva un impianto urbano rinascimentale intatto, che dalla principale Piazza del Popolo -tra le più belle delle Marche- è godibile attraverso una serie di itinerari costellati di chiese, palazzi nobiliari, cortili e portali artistici; offre una Pinacoteca ricca di tavole tardogotiche e celebre per la famosa Adorazione dei Pastori di P.P. Rubens; ospita una Biblioteca tra le più note in Italia per il suo patrimonio librario antico, il cui cuore, la secentesca Sala del Mappamondo, è il vanto cittadino; custodisce nel sottosuolo un complesso di Cisterne Romane di epoca augustea tra i più importanti al mondo, la cui visita è imprescindibile per chiunque giunga in Città anche per poche ore. Arricchiscono l'offerta museale cittadina il Museo Diocesano, annesso alla splendida Cattedrale dalla facciata gotica, che conserva tra altri pezzi di eccellenza la casula di Thomas Becket; la Sezione Archeologica Picena, che testimonia compiutamente attraverso manufatti bronzei unici per tipologia una delle grandi civiltà italiche preromane; l'Oratorio di Santa Monica, con un ciclo di affreschi tardo gotici tra i più apprezzati delle Marche; i Musei Scientifici ubica- ti presso l'ottocentesca Villa Vitali immersa nel verde del parco cittadino, dove è allestito l'unico museo di materia artica d'Italia, intitolato all'esploratore polare Silvio Zavatti, sono conservate le collezioni ornitologi- che del sec. XIX "Tommaso Salvatori", è esposta la meteorite caduta sulla città di Fermo nel 1996, ritenuta dal C.N.R. una delle più scientificamente rappresentative tra quelle conosciute e sono visitabili due pregevoli collezioni di macchine fotografiche antiche e di pipe storiche. Un posto d'eccellenza merita, nel- l'offerta culturale fermana, il settecentesco Teatro Comunale dell'Aquila, tra i più belli e più grandi delle Marche: un ambiente prestigioso, ancora impreziosito dai fondali storici del Sanquirico e dall'affresco centrale opera di Cochetti; oltre a rappresentare uno dei beni culturali più apprezzati della Città, vi si svolgono importanti stagioni di spettacolo, da quella lirica, alla sinfonica, a quella di prosa, secondo una tradizione plurisecolare che ha visto le sue scene calcate dai più grandi nomi dello spettacolo internazionale. Altro punto di forza di Fermo e delle sue frazioni è il paesaggio. Arroccata attorno al colle del Girifalco, il cui parco ospita piante centenarie e costituisce una delle più belle terrazze panoramiche della costa marchigiana, la Città ha per proprie quinte naturali, da un lato un Adriatico distante soltanto otto chilometri dal centro urbano, dall'altro lo scenario suggestivo di un entroterra di tipiche cittadine che si spingono con un dolce paesaggio collinare fino alle pendici dei "monti azzurri" di leopardiana memoria, i Sibillini. Questa posizione privilegiata fa sì che Fermo offra un mare pulito e spiagge ben attrezzate sulle quali praticare vela e wind surf, come al Lido di Fermo, a Casabianca, a Marina Palmense; consente anche al turista di godere la tranquillità dell'entroterra in agriturismo e strutture attrezzate per trekking, mountain bike ed equitazione, si pone come porta di ingresso naturale al vicino Parco dei Monti Sibillini. Le numerose strutture ricettive (alberghi, camping, agriturismo, etc.) propongono soluzioni adeguate per tutte le esigenze. Da Fermo, inoltre, considerata la particolare struttura produttiva loca- le basata sulla piccola e media impresa, sono possibili percorsi interessanti e particolarmente raffinati tra spacci aziendali di grandi firme e tradizioni artigianali dove - insieme alla scarpa- il cappello, l'accessorio e la pellicceria fanno moda e tendenza nelle maggiori boutiques internazionali.

DA VEDERE

Cisterne Romane L'ampio complesso sotterraneo delle grandi cisterne romane, databile al I secolo d.C. ed unico in Italia per grandezza, è composto da trenta ampi vani disposti su tre file parallele che raccoglievano l'acqua piovana e sorgiva per distribuirla in tutta la città. Le notevoli dimensioni e l'ottimo stato di conservazione aggiungono fascino ad un viaggio sotterraneo attraverso la tecnologia e l'ingegneria idraulica romana. Si possono notare all'interno le tecniche costruttive in calcestruzzo delle imponenti mura- ture, le tracce dell'intonaco impermeabile e i pozzetti di areazione per la depurazione e le tubature. Per la visita si consiglia di utilizzare indumenti e calza- ture idonei al clima fresco e umido della struttura. Polo museale Palazzo dei Priori Edificato alla fine del Duecento, Palazzo dei Priori è il più antico palazzo della Città nato dall'aggregazione di edifici già esistenti, unificati da un'imponente facciata rinascimentale solamente nel 1500. Al suo interno, situata al primo piano, si trova la sezione picena del Museo Archeologico dove sono visi- bili i reperti fermani che testimoniano la civiltà preromana picena dal secolo IX secolo al III secolo a.C. Al secondo piano è visitabile la Pinacoteca Civica. Fra le opere più importanti le famose tavolette tardo-gotiche con le Storie di S. Lucia del veneziano Jacobello del Fiore oltre ad importanti opere seicentesche quali la famosa "Adorazione dei pastori" di Peter Paul Rubens e la "Pentecoste di G. Lanfranco. Parte del percorso è anche il gioiello della Città: la prestigiosa Sala del Mappamondo, che, oltre a conservare il fondo più antico della Biblioteca Civica, ospita il grande Mappamondo realizzato nel 1713 dall'abate Amanzio Moroncelli. Biblioteca Civica "Romolo Spezioli" e Sala del Mappamondo La Biblioteca comunale di Fermo nasce come biblioteca pubblica e vanta oltre tre secoli di storia. Il suo nucleo originario è costituito dalla Sala del Mappamondo, ubicata presso il Palazzo dei Priori in Piazza del Popolo. La maestosa sala, interamente scaffalata in legno di noce, conserva il fondo più antico della Biblioteca, costituito da circa sedicimila volumi, prevalentemente del XVI secolo, provenienti in gran parte dalle donazioni Romolo Spezioli, medico fermano di fiducia della Regina Cristina di Svezia a Roma. Nell'ambiente è collocato il Mappamondo disegnato nel 1713 dal cartografo Silvestro Amanzio Moroncelli, di circa due metri di diametro e di splendida fattura. La Biblioteca, meta ambita da ricercatori e studiosi di tutto il mondo, conserva tra il Palazzo dei Priori e l'adiacente Palazzo degli Studi codici riccamente miniati, edizioni a stampa rarissime, un fondo grafico inesauribile. Complessivamente le collezioni comprendono circa 3000 manoscritti, 127 codici, 300.000 volumi tra i quali 681 incunaboli, oltre 15.000 edizioni del Cinquecento, 23.000 edizioni in miscellanea, numerosissimi esemplari di Sei e Settecento e stampati musicali; sono inoltre disponibili più di 800 testate di riviste storiche, 5.000 disegni e 6.500 incisioni, monete, sigilli, cimeli di varia natura. Accanto al cuore storico della Biblioteca, pulsa quello contemporaneo: il catalogo informatizzato consente l'accesso al ricco fondo moderno, ai periodici correnti, alle donazioni novecentesche e all'intero patrimonio della Biblioteca Ragazzi. Quest'ultima, un vero fiore all'occhiello dei servizi bibliotecari cittadini, allestita con arredi e attrezzature espressamente progettate per l'accoglienza dei piccoli utenti. è frequentatissima da lettori di età compresa tra zero e 14 anni, e vi si svolgono attività di lettura animata, lettura corale e laboratori di lettura creativa. Importante propaggine della programmazione relativa alla Biblioteca Ragazzi è l'iniziativa "Letto a letto", con la quale la Comunale di Fermo aderisce al progetto nazionale "Nati per leggere" portando i servizi bibliotecari nella divisione di Pediatria dell'ospedale civico. La cattedrale In pochi minuti da Piazza del Popolo, centro della città, si raggiunge la sommità del colle Girifalco, conosciuto anticamente come Colle Sabulo, dal quale lo sguardo spazia dai Monti Sibillini al mare, accarezzando le curve dolci delle colline ricoperte da vigneti, uliveti e frutteti. Sul fondo del parco, è possibile ammirare l’imponente mole della Cattedrale dedicata all’Assunta L’antico Duomo di Fermo, fondato su un tempio pagano di cui rimangono tracce nell’ipogeo, venne distrutto nel 1176 per ordine di Federico I, detto il Barbarossa. Della ricostruzione del 1227, voluta da Federico II, rimane solamente l’imponente facciata romanico-gotica e l’atrio ricco di affreschi del Trecento. L’interno, malgrado sia stato modificato in stile neoclassico nel Settecento, conserva ancora preziose opere che testimoniano il rilievo assunto dalla Diocesi della città di Fermo nel corso dei secoli. Sono infatti visibili opere di grande pregio: un sarcofago paleocristiano del III-IV secolo, collocato nella cripta duecentesca; diversi monumenti funebri di importanti personaggi tra cui quello dedicato a Giovanni Visconti d’Oleggio situato nell’atrio della cattedrale; un’icona bizantina, dono di San Giacomo della Marca, situata nel coro d’inverno; un mosaico paleocristiano con pavoni, visibile dall’altare principale. Teatro dell'Aquila Fu edificato su progetto dell'Architetto Cosimo Morelli di Imola (1729-1812) a partire dal 1780 in sostituzione di quello ligneo, andato perduto a causa di un incendio, che era posto nell'attuale Salone dei Ritratti nel Palazzo dei Priori. Aperto il 26 settembre 1790, il Teatro è da oltre 200 anni uno dei poli principali dell'attività culturale delle Marche. Conta centoventiquattro palchi su cinque ordini a cornice della platea per una capienza complessiva di circa 1000 posti. Pregevole è il dipinto del soffitto, pittura a tempera opera di Luigi Cochetti (Roma 1802- 1884), allievo del Minardi, raffigurante i Numi dell' Olimpo, con Giove, Giunone, le tre Grazie e le sei Ore notturne danzanti, intenti ad ascoltare il canto di Apollo. Al centro splende il lampadario a 56 bracci in ferro dorato e foglie lignee, alimentato originariamente a carburo ordinato a Parigi nel 1830. Notevole anche il sipario storico,anch'esso opera del pittore Luigi Cochetti, raffigurante Armonia che consegna la cetra al genio fermano. Lo scenografo scaligero Alessandro Sanquirico (Milano1777-1849), il maggiore del tempo, dipinse per il Teatro sei suggestivi fondali, tuttora conservati nei magazzini. Estremamente importanti anche perché unici fondali originali dell'artista oggi esistenti. Il palcoscenico di circa 350 metri quadrati e l'acustica perfetta ne fanno una delle sale storiche più prestigiose d'Italia. Il Teatro, che ha vissuto i fasti o t t o c e n t e s c h i con opere liriche e di prosa in contemporanea con le principali capitali europee e con la presenza dei più grandi artisti internazionali, è tornato ad essere il centro di una ampia e prestigiosa attività artistica dopo un restauro che nel 1997 lo ha restituito al suo antico splendore. Musei scientifici di Villa Vitali Sono ospitati all'interno della splendida struttura di Villa Vitali, costruita nella prima metà del XIX secolo da una famiglia locale. All'interno della villa è possibile visitare: il Museo Polare Etnografico "Silvio Zavatti", unico in Italia a conservare reperti di popoli eschimesi e cimeli delle esplorazioni fatte dal prof. Silvio Zavatti nelle regioni polari; il Museo Ornitologico "Tommaso Salvadori", collezione privata di uccelli imbalsamati tra cui specie oggi rarissime; la "Sala della meteorite", che conserva l'esemplare caduto a Fermo il 25 settembre 1996 e una Collezione di apparecchi fotografici, donati al Comune di Fermo dall'Ambasciatore della Tanzania Alfredo Mattacotta - Cordella. Dal 2005 ospita anche il singolare Museo della Pipa "Nicola Rizzi", unico in ambito nazionale. Collezione di circa 450 pipe espressione di una grande maestria artigianale e di grande bellezza. Museo Diocesano Il Museo Diocesano è ubicato a fianco della Cattedrale Metropolitana, quasi un suo ideale prolungamento, nei locali dell'Oratorio e pertinenze della estinta Confraternita del Suffragio. Il Museo vuole raccontare la storia e le espressioni artistiche di una vasta comunità, sparsa nella Arcidiocesi fermana che consta di ben 58 Comuni, tutti profondamente legati alla Cattedrale e a quanto significa. Le opere sono, infatti, una scelta di quelle conservate nel Tesoro della Cattedrale stessa, con l'aggiunta di altre provenienti dall'Arcivescovado, da chiese di Fermo e dalla Arcidiocesi. Vi sono esposte testimonianze di un arco di tempo che dall'arte paleocristiana giunge fino agli inizi del '900, ripercorrendo le diverse fasi costruttive della Chiesa, la presenza di insigni vescovi, i rapporti con il papato, la liturgia, la devozione. Poiché le suppellettili, gli arredi, i dipinti, i paramenti hanno sempre un preciso riferimento al culto cristiano nei molti secoli di storia e hanno impresse le norme delle diverse riforme liturgiche, spesso risultano di difficile interpretazione ed è arduo coglierne il valore, il significato, l'uso. Tutto ciò ha indotto a pensare e organizzare una esposizione per tipologie omogenee, seguendo poi, all'interno di ognuna di esse, epoche e stili. Le sezioni più ampie sono così costituite: Sala dell'Argenteria (calici, ostensori, pissidi, reliquiari, ecc…), suppellettili sacre di splendida fattura, tra cui due calici gotici, un tempietto in lapislazzuli, il servizio pontificale del Card. Brancadoro del celebre orafo G. L. Valadier, l'ostensorio del card. De Angelis e numerosi altri lavori di celebri argentieri e orafi romani e locali (Piani, Raffaelli); le Sale dei Paramenti sacri dal '600 agli inizi del '900. Collocazione particolare è riservata alla Casula di San Tommaso Becket, frutto dell'arte tessile di origine araba datata al 1116, dono alla Chiesa fermana della madre del Santo in ricordo dell'amicizia tra San Tommaso e il vescovo fermano, Presbitero. La Quadreria poi si dispiega in due sale e raccoglie opere di celebri artisti: Marino Angeli, Vittore Crivelli, Carlo Maratta, Pomarancio, Corrado Giacquinto, Hayez, Luigi Fontana. All'ingresso nella prima grande sala sono raccolti autentici capolavori, la parte più cospicua del Tesoro della Cattedrale: vi si possono ammirare, infatti, il Messale De Firmonibus miniato nel 1436 da Ugolino da Milano, un messale miniato del XIII sec., la stauroteca di Pio III, il pastorale in tartaruga e madreperla dono di Papa Sisto V, il monumentale ciborio in bronzo dei fratelli Lombardi-Solari, sec. XVI.

DA GUSTARE

La storia marinara fermana, legata alla aree marinare comunali quali Lido di Fermo e Marina Palmense regala, fra le tante altre specialità locali, piatti di pesce unici e prelibati. Dal mare viene una grande tradizione di lavoro, di vita, ma anche di alimentazione che dona una varietà di pescato dalla quale nasce un’ampia gastronomia fatta di piatti tipici. SPAGHETTO CON MOLLUSCHI E POMODORINI Realizzato con cannolicchi, granchi, telline. vongole, crocetti e cozze. Parte del pescato utilizzato viene raccolto a mano e vicino riva. FRITTURA DI SCIABBICA Realizzata con piccoli pesci di sottocosta, vicino riva, di cui zanchette, trigliette, cefali, carlini ecc..

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